Frutta e Verdura
Anche se i cereali rappresentavano la base di ogni
pasto, verdure come cavoli, barbabietole, cipolle, aglio
e carote erano anch’esse cibi molto comuni. Molti di
questi ortaggi venivano consumati quotidianamente da
contadini e lavoratori manuali, pertanto erano
considerati alimenti meno prestigiosi della carne. I
libri di cucina, scritti soprattutto per chi poteva
permettersi un simile lusso e che cominciarono a fare la
propria comparsa verso la fine del medioevo, riportano
un modesto numero di ricette che prevedono una verdura
come ingrediente principale. La carenza di ricette per
molti diffusi piatti a base di verdura, come le zuppe, è
stata interpretata non tanto nel senso che tali piatti
fossero assenti sulle tavole della nobiltà, quanto che
erano considerate così elementari da non richiedere di
essere messe per iscritto. Durante il medioevo erano
disponibili diverse varietà di carote: tra queste una
rosso-violacea molto saporita e una di minor valore
tendente al giallo-verde. Anche legumi come ceci, fave e
piselli erano di consumo comune e rappresentavano
un’importante fonte di proteine, soprattutto per le
classi inferiori.
Fatta eccezione per i piselli, i legumi spesso erano
visti con sospetto dai dietisti dell’epoca, che
consigliavano gli appartenenti alle classi superiori, in
parte per la loro tendenza a provocare flatulenze, ma
anche perché venivano associati alla rozza alimentazione
dei contadini.
L’importanza delle verdure per la gente comune è
attestata da racconti tedeschi del XVI secolo che
sostengono che molti contadini mangiavano crauti anche
tre o quattro volte al giorno.
Anche il consumo di frutta era molto diffuso ed essa
veniva servita in vari modi: fresca, essiccata, o
conservata. Era anche un ingrediente piuttosto comune,
presente in molti piatti . Dato che sia lo zucchero che
il miele erano alimenti costosi, si usava aggiungere la
frutta a molte pietanze per addolcirle in qualche modo.
Nel sud dell’Europa si consumavano prevalentemente
limoni, cedri, arance amare (la varietà dolce venne
scoperta solo secoli dopo), melograni, mele cotogne e,
naturalmente, uva.
Più a nord invece erano più diffuse mele, pere, prugne e
fragole. Fichi e datteri venivano mangiati in tutta
Europa, ma nel nord restavano comunque costosi prodotti
d’importazione.
Alcuni ingredienti comunissimi, e talvolta fondamentali,
delle cucine europee contemporanee come patate, fagioli,
cacao, vaniglia, pomodori, peperoncini e mais non furono
conosciuti dagli europei fino alla fine del XV secolo,
quando venne scoperta l’America, e anche in seguito ci
volle spesso molto tempo perché questi nuovi cibi
fossero diffusamente accettati dalla società.